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sabato 6 agosto 2016

Tutta la verità sulla congestione

 “sindrome da idrocuzione“, una dicitura usata molto in medicina forense: in pratica l’impatto brusco della cute (specie della faccia) con l’acqua fredda provoca, per un riflesso che si definisce “vagale”, una transitoria riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. 
Se questo fenomeno dura più di qualche secondo, si crea una situazione di minor afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al cervello, che può portare a perdita di coscienza. Inoltre lo stesso riflesso può determinare lo stimolo del vomito. 
Va da sè, che se queste situazioni si verificano lontano dalla riva possono portare, fortunatamente in rari casi, all’annegamento (la reale causa della morte).
 L’essere in fase digestiva, per una serie di motivi, può favorire l’insorgere della sindrome da idrocuzione
Inoltre, durante l’esposizione (soprattutto brusca) alle basse temperature si verificano dei fenomeni di ridistribuzione del sangue, che in quel frangente è, per una buona percentuale, dirottato verso l’apparato digerente.
 Questo, da una parte, impedisce i fisiologici meccanismi di adattamento al freddo; dall’altra, invece, interferisce col “lavoro” della digestione: malessere, crampi, mal di stomaco, nausea e vomito sono i disturbi che possono presentarsi in questa situazione. Inconvenienti che se si presentano mentre ci troviamo in acqua alta possono costituire un serio rischio. 
Analoga situazione si può verificare se vengono introdotte bevande molto fredde durante la digestione o quando si è molto accaldati. 
Nel primo caso si possono presentare gli stessi disturbi che si hanno immergendosi di colpo in acqua fredda, mentre nel secondo lo shock termico potrebbe attivare dei riflessi vagali fino al verificarsi di una sincope, ovvero una transitoria perdita di coscienza.....l brusco abbassamento della frequenza cardiaca, che nei soggetti sani si risolve spontaneamente, su un cuore malato è fatale.
..... la sintomatologia determinata dall’ingestione di una bibita ghiacciata è purtroppo comune ad altre situazioni di reale gravità, di cui potrebbe ritardare o mascherare addirittura la diagnosi, come un infarto o la rottura dell’aorta, situazioni che spesso provocano la morte in tempi brevissimi.
(FONTE:Natalia Gelonesi)

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